Coltivazioni redditizie: quali le più remunerative?

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Le coltivazioni redditizie oggi si differenziano rispetto a quelle del passato. I gusti e le esigenze del consumatore medio sono cambiati molto negli ultimi tempi. E’ sempre più presente, infatti, una maggiore sensibilizzazione verso i prodotti ecologici. Ma anche una certa ricercatezza nei confronti di prodotti di origine straniera, non presenti nel suolo italiano.
Questo accade perché le nuove generazioni hanno una visione del mondo più ampia. Sono sempre più i giovani che viaggiano e cercano di introdurre all’interno del proprio regime alimentare quotidiano un maggior tocco di esoticità. Ed è in seguito a questi cambiamenti nella domanda, che sono stati apportati dei cambiamenti nella produzione agricola. Tanto è vero che anche la proposta ha visto l’introduzione di nuove coltivazioni redditizie che appagano l’esigenza di profitto.
E’ bene sottolineare, tuttavia, che non è solo la produzione agricola a muoversi verso questa direzione. Il cambiamento è avvenuto nell’intero meccanismo governativo mondiale che ha spinto le società alla produzione di colture che siano sostenibili. E lo scopo principale di tale cambiamento di direzione è quello di arginare la disastrosa situazione ambientale attuale che coinvolge il nostro pianeta. E che è stata provocata dai danni provenienti dal cambiamento climatico in corso.
La spinta da parte dei Governi mondiali arriva sotto forma di finanziamenti, bonus e incentivi che allettano gli imprenditori agricoli a provare nuove coltivazioni redditizie, sebbene non siano autoctone. Ciò è reso possibile dall’alta specializzazione e dall’utilizzo di una tecnologia sempre più avveniristica degli strumenti e dei macchinari agricoli.
Un’occhiata più approfondita alle colture del futuro ci permette di avere un’idea più chiara di quelli che saranno i nuovi trend che coinvolgeranno il mercato agricolo nazionale e mondiale. Sia nel breve, che nel lungo periodo.
Quali sono le coltivazioni redditizie che si espanderanno nel futuro?
Come ben sappiamo, l’agricoltura non è un settore statico. La sua costante evoluzione si può valutare sia da un punto di vista strettamente tecnologico che strutturale. Le richieste del mercato variano in base alla situazione economica mondiale. Ma anche dalle nuove mode culinarie.
Negli ultimi anni, ad esempio, nel nostro paese è stato dimostrato un crescente interesse nei confronti della cucina giapponese, grazie all’arrivo dei locali che propongono la formula All You Can Eat per sushi e sashimi. E la curiosità nei confronti di queste nuove pietanze, ci ha permesso di conoscere nuovi ingredienti. Soprattutto di quelli di cui prima non eravamo a conoscenza. Ne sono un esempio la pasta wasabi, la salsa di soia, l’aceto di riso e i funghi shiitake. La diretta conseguenza di questo nuovo trend è data dalla nuova richiesta nei confronti di prodotti che si trovano ancora in quantità esigua nei supermercati.
Un’attrattiva molto forte in tema enogastronomico è riservata agli alimenti curativi ed ecologici come il miele, la canapa e le erbe officinali. Ma grande interesse c’è anche nei confronti di cibi antichi come il tartufo. O più tradizionali come la frutta rurale e le erbe da campo spontanee.
Dunque, l’ottica di mercato è ramificata e si dirige verso nuovi orizzonti di colture redditizie. L’imprenditore agricolo deve imparare ad essere ricettivo nei confronti dei nuovi trend di mercato. Ma deve anche analizzare con attenzione quei prodotti che possono avere un’alta richiesta nel breve periodo, per poi rischiare scomparire nel giro di qualche giorno.
Quali sono i prodotti agricoli più richiesti del momento?
Le statistiche nazionali, e in parte anche quelle internazionali, parlano chiaro. I prodotti considerati più interessanti al momento sono:
- canapa;
- frutta: esotica, secca e di piccole dimensioni;
- ginseng;
- bambù gigante;
- erbe officinali;
- tartufi;
- prodotti dell’apicoltura e elicicoltura.
Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che la richiesta di questi prodotti agricoli potrebbe subire delle variazioni non appena entreranno a far parte del mercato quegli alimenti di origine vegetale che l’Unione Europea sta spingendo al fine di abbassare la produzione di carne. E, ovviamente, anche il numero degli allevamenti intensivi.
La canapa
La canapa è una pianta che in passato ha avuto una larga diffusione per poi finire nel dimenticatoio. Oggi sta riacquistando il suo antico splendore in seguito all’introduzione della Legge 242 del 2016. Tale normativa permette la coltivazione di questa pianta. A patto che vengano rispettate tutte le normative che ne riguardano la produzione e la diffusione.
Dopo un lungo periodo di proibizionismo e l’abuso di materiali plastici, oggi si sta cercando di tornare all’uso di prodotti più naturali. La canapa, in tal senso, è perfetta poiché si adatta a diversi settori produttivi, come ad esempio per la realizzazione di:
- corde
- tessuti
- carta
- prodotti edilizi estetici
- prodotti farmaceutici
- attività di bonifica delle zone inquinate.
Al momento la produzione non è ancora decollata a causa di alcune lacune legislative che ne impediscono l’espansione. E proprio per questo motivo, è un prodotto da tenere sott’occhio fra le nuove coltivazioni redditizie. Non appena si apriranno degli spiragli normativi, infatti, siamo certi che la situazione si sbloccherà e la produzione diventerà serrata.
La frutta
La frutta è un prodotto agricolo che non teme concorrenza poiché è sempre richiesta dai consumatori. Nonostante ciò, è stato visto un incremento di interesse nei confronti dei raccolti dalle piccole dimensioni. Come, ad esempio, i frutti di bosco.
Il motivo è collegato alla loro fruibilità. Sia come consumazione fresca che nel confezionamento di bevande, di prodotti dolciari e nella cosmetica. I piccoli frutti hanno un alto margine di guadagno poiché il loro prezzo è intrinsecamente elevato. Di conseguenza, è elevato il margine di produzione biologica e bioetica.
La frutta esotica e la frutta secca, invece, hanno una richiesta molto alta da sempre. Nell’ultimo periodo, inoltre, sono stati molti gli esperimenti intrapresi anche nel suolo italiano per la coltivazione di piante esotiche. Una maggiore presenza di questi prodotti nel banco della frutta accresce l’interesse della clientela. E porta ad un inevitabile aumento della richiesta.
Il ginseng
Il ginseng è un altro prodotto che sta riscuotendo un grande successo come sostituto al caffè. La pianta è originaria della Cina e produce una buona quantità di semi e radici, ma è necessario attendere anni prima di poter sfruttare il suo potere produttivo.
Questo aspetto, tuttavia, non frena l’interesse dei consumatori che è sempre più invogliato a trovare un’alternativa alla tipica bevanda energizzante.
Il bambù gigante
Come sia cresciuta l’attrattiva nei confronti di questa pianta nessuno lo sa. Eppure negli ultimi anni la sua presenza è cresciuta in modo sostanziale. Il merito è da ricondurre alla sua versatilità. Questa pianta, infatti, si presta bene alla creazione di materiali ecosostenibili nel settore del tessile, della cosmetica e dell’edilizia.
Inoltre, vanta una crescita veloce e una forte capacità di mineralizzazione del terreno, rendendolo di fatto fertile e produttivo. Una nuova possibilità di mercato si è aperta nel settore della produzione di cellulosa che al momento viene importata. Questo spiraglio potrebbe ampliare la sua richiesta a dismisura nel corso dei prossimi anni.
Erbe officinali
Quando si parla di erbe officinali ci si riferisce alle piante aromatiche, alle essenze e alle piante medicinali. Ed è sempre crescente la domanda di prodotti naturali ed ecocompatibili.
In seguito all’introduzione del Decreto Legislativo numero 75 del 2018, sono state ampliate le prospettive di coltivazione rendendo aperta la raccolta e la trasformazione di queste particolari piante. E’ proprio per questo motivo che sono stati molti gli imprenditori agricoli che hanno deciso di destinare parte dei loro terreni a queste coltivazioni redditizie, consci del fatto che non riserveranno delle brutte sorprese in futuro.
Tartufo, apicoltura e elicicoltura
I tartufi sono da tempo considerati dei prodotti alimentari di lusso e sono rinomati soprattutto come prodotto da esportazione. La loro produzione non è semplice e ancora oggi incontra grandi difficoltà. Il loro valore di vendita, tuttavia, è altissimo e se il terreno lo permette, bastano anche pochi elementi per far aumentare i profitti.
Tutt’altra storia per i prodotti legati all’apicoltura. Si tratta di una serie di articoli diversi che abbracciano sia la richiesta alimentare che quella farmaceutica naturale. Basti pensare al miele, alla cera d’api, alla pappa reale e alla propoli.
L’elicicoltura, invece, ha visto crescere la domanda negli ultimi tempi anche grazie al settore cosmetico. Stiamo parlando dell’allevamento di lumache, il quale non richiede dei grandi investimenti a fronte di profitti redditizi. Questi animali non sono richiesti solo per la cosmetica, ma riscuotono un forte interesse anche nel campo culinario, nonostante in quest’ultimo caso si tratti più di una scelta regionale che nazionale.
Lo zafferano e i funghi
Lo zafferano è considerata la spezia più costosa al mondo. Basti pensare che il suo prezzo varia dai 10€ ai 30€ al grammo. E questo profitto alto va di pari passo con una lavorazione piuttosto intensa. Non bisogna dimenticare, infatti, che per produrre una libbra di zafferano vanno raccolti ben 50.000 fiori. Questo aspetto frena il desiderio di produzione e lo relega agli imprenditori che hanno un buon margine di tempo a disposizione, una valida rete di aiutanti e una riconosciuta certificazione territoriale.
Al contrario, i funghi non richiedono un grandissimo impegno lavorativo. Sono molto richiesti e si prestano bene a qualsiasi ricetta, sia nazionale sia internazionale. La fase più difficile della loro coltivazione riguarda la formazione del substrato poiché richiede un range di temperatura particolare che varia in base al tipo di fungo scelto. Le fasi di crescita e di raccolta, invece, assecondano grandi produzioni di successo.
L’aspetto più interessante delle moderne tecniche di produzione di funghi riguarda la loro coltivazione all’interno di ambienti chiusi. Di conseguenza, non si presenta più una problematica legata alla stagionalità. A tal proposito, ci teniamo a sottolineare che ai funghi vengono anche attribuite delle qualità disintossicati e di bonifica dei terreni. Visti in questi termini, quindi, possiamo considerare questi deliziosi alimenti come un’ottima opportunità di investimento da inserire tra le coltivazioni redditizie del futuro.
