DIDATTICA A DISTANZA: STRUMENTI E METODI

Apri l'indice dei contenuti
Facendo tesoro dell’emergenza dovuta all’epidemia di Covid-19, come fare didattica a distanza è anche oggi un argomento molto dibattuto.
La didattica a distanza, infatti, è divenuta un’esigenza per gli studenti delle scuole ed università. E l’Italia ha dovuto adeguarsi, così come la maggior parte del mondo.
C’è da dire però che molti si sono resi conto, fin da subito, che il sistema scolastico del nostro Paese (ma non è stato il solo) si è trovato impreparato.
Quindi chi ha messo in moto le contromisure lo ha fatto in modo lento e disorganizzato.
I problemi sono nati soprattutto a causa di chi non aveva molta preparazione in materia di device, software e nei confronti del web.
Nel corso dei prossimi paragrafi vedremo alcune strategie e tecniche per ottimizzare l’esperienza di didattica a distanza. E lo faremo analizzando il punto di vista dello studente ma anche quello dell’insegnante. Allo stesso tempo indicheremo quali sono gli strumenti e i dispositivi necessari per usufruirne.
IL SISTEMA DEI CONTENUTI E IL SISTEMA DELLE COMUNITA’ PER FARE DIDATTICA A DISTANZA
La modalità che si applica con la didattica a distanza (abbreviata in D.a.D) è quella dell’e-learning (apprendimento digitale). Non si tratta, tuttavia, di una novità dei nostri giorni.
Già verso la fine del XIX° secolo, sì parliamo davvero della fine del 1800, c’erano i primi segnali. Pensate che è a quell’epoca che risalgono i primi esempi di corsi di stenografia per corrispondenza.
Invece dobbiamo arrivare al tardo XX° secolo per la diffusione massiccia di corsi in VHS prima e CD poi.
L’e-learning, a differenza delle altre modalità di apprendimento a distanza, permette di mantenere la componente sociale. Questo vuol dire che il senso di comunità che si ottiene imparando insieme non viene annullato. Anche se manca la presenza fisica in classe.
L’attenzione al ruolo sociale dell’apprendimento si traspone nella struttura degli apparati di e-learning, in cui interagiscono due macrosistemi.
IL SISTEMA DEI CONTENUTI E DELLA COMUNITA’
Stiamo parlando del sistema dei contenuti, che individua l’insieme di risorse e di informazioni disponibili all’acquisizione del singolo. E di quello della comunità: la sua caratteristica è di comprendere tutti gli strumenti che permettono il dialogo tra studenti e con gli insegnanti, inclusi i sistemi di verifica.
I vantaggi di questo tipo di interazione sono innegabili. Anzitutto, gli studenti possono disporre in maniera semi-autonoma delle risorse didattiche. Possono organizzare tempi e spazi per il proprio studio, favorendo così l’attenzione e la disponibilità all’apprendimento stesso.
Dall’altra parte gli insegnanti possono calibrare nel modo migliore i contenuti in base ai feedback degli studenti. E, soprattutto, possono entrare più facilmente in contatto con i singoli.
IL RAPPORTO STUDENTE-INSEGNANTE
Non va dimenticato, poi, che il rapporto studente-insegnante non si risolve nella sola trasmissione dei contenuti. Ma appartiene alla più ampia sfera dei legami che coinvolgono la crescita e la formazione personale, che stimolano la riflessione, l’approfondimento e l’analisi dei problemi.
La formazione a distanza di terza generazione permette il superamento delle barriere spazio temporali. Osserviamo, quindi, che un suo particolare punto di forza è la grande flessibilità nei modi e negli stili d’apprendimento. E questo comporta la possibilità di personalizzare il percorso formativo alla luce delle competenze e degli obiettivi specifici da raggiungere per ogni alunno. Compreso chi si trova in situazioni di partenza svantaggiate e di difficoltà d’apprendimento.
Tuttavia, è necessario evidenziare che questo sistema non è esente da difetti e problemi, che analizzeremo più dettagliatamente in seguito.
L’IMPATTO DELLE TECNOLOGIE DIGITALI SULLA DIDATTICA A DISTANZA
L’avvio dell’era digitale ha consentito di ridurre al minimo i passaggi e i costi per le operazioni di ricerca ed organizzazione delle informazioni.
A prova di questo, basta paragonare la facilità delle ricerche sul web alle ricerche di archivio o nelle biblioteche. Sono spesso evidenti i limiti delle tecniche di apprendimento classiche, decisamente più “analogiche”. Si notano sia per quanto riguarda le modalità di accesso che nella difficoltà di utilizzo da parte di diversi individui contemporaneamente. Ma discuteremo più a fondo le varie implicazioni di questa affermazione.
Per ora, possiamo ritenere che, attraverso gli strumenti della tecnologia, le informazioni sono accessibili a molte più persone. E questo a prescindere dal loro livello di reddito o dalla loro posizione geografica. Viene quindi spontaneo concludere che attraverso internet, computer e tablet imparare diventa più facile e veloce che mai.
QUALI STRUMENTI VENGONO IMPIEGATI PER LA DIDATTICA A DISTANZA?
Come già si è visto, esistono due macrosistemi comunicanti alla base degli apparati di apprendimento a distanza.
Concentriamoci dunque prima sui sistemi di contenuto a cui abbiamo accennato sopra.
Qualsiasi media può trasportare informazioni. Questo significa che, potenzialmente, nel sistema dei contenuti si possono ritrovare tutte le piattaforme che permettono la condivisione di audio, video, immagini o testo.
Tuttavia, per mantenere e valorizzare il sistema della comunità, spesso si ricorre ad una combinazione di strumenti diversi. Si tratta di una scelta dettata dall’esigenza di soddisfare le diverse esigenze comunicative.
LE SOLUZIONI DEL MINISTERO DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
Analizziamo di seguito alcune soluzioni proposte dal Ministero dell’Università e della Ricerca:
- Google ha sviluppato G-Suite che riunisce i già utilizzati strumenti per la produttività presenti su Android e Gmail in un unico ambiente. Attraverso Classroom è possibile creare delle classi virtuali e, grazie a Meet, sono possibili videolezioni in diretta. Il tutto accompagnato dalla archiviazione file sul cloud Drive.
- Microsoft ha sviluppato Office 365 Education A1, che comprende una versione web accessibile a tutti degli strumenti di lavoro di Office (Word, Excel, Powerpoint). Inoltre offre il portale Teams per videolezioni, classi virtuali e diverse altre funzionalità di gestione per studenti ed insegnanti.
- Amazon ha ideato Chime, uno strumento per le videoconferenze che appare molto versatile.
- Tim ha collaborato allo sviluppo di WeSchool, una la piattaforma di classe digitale. Il progetto permette ai docenti, da App o computer, di portare in modo semplice la propria classe online.
Oltre ad invitare gli studenti, creare lezioni, condividere materiali, discutere, gestire lavori di gruppo, verifiche e test. - Un grande numero di università italiane, invece, preferisce utilizzare la piattaforma open source Moodle, particolarmente utile per la gestione del materiale didattico. Proprio per le università la transizione da didattica in aula a D.a.d è stata più fluida, anche se non esente da difficoltà.
L’IMPORTANZA DELLA PLATFORM NELLA DIDATTICA A DISTANZA
L’aspetto fondamentale che accomuna tutte le soluzioni presentate per la didattica a distanza è la loro caratteristica di essere piattaforme. Con il termine platform informatica si intende un ambiente di base software che può ospitare delle applicazioni. Ciascuna di esse include strumenti differenti, indirizzati alle molteplici esigenze della comunicazione.
La piattaforma è fondamentale perché riunisce in un solo luogo virtuale tutte le esigenze dell’apprendimento. E, inoltre, riduce le possibilità di distrazione da parte degli studenti.
Può addirittura diventare oggetto di una formazione sull’utilizzo rivolta agli insegnanti.
La piattaforma permette il contatto e, per conseguenza diretta, la condivisione di esperienze tra comunità distanti e anche molto diverse tra loro.
COME ORGANIZZARE LE LEZIONI DI DIDATTICA A DISTANZA?
La lezione a distanza non può configurarsi secondo le stesse modalità delle classi dal vivo. Soprattutto se ci riferiamo in termini di durata. Risulta di gran lunga più efficiente, infatti, dividere una lezione in sezioni più piccole, di 30-40 minuti ciascuna, in modo da facilitarne l’accesso da parte degli studenti.
Dividere i concetti in sezioni, inoltre, facilitano l’esposizione da parte dell’insegnante.
Funzionale all’apprendimento sul lungo termine risulta, in particolare, il dibattito e il confronto con gli studenti. La discussione può seguire la lezione di didattica o essere organizzata in un altro specifico momento.
La lezione è dunque inserita in un’ottica di apprendimento globale che, tra l’altro, non si riduce all’esposizione di contenuti da parte dell’insegnante. Anzi, comprende un’importante componente dialogica. In questo contesto più ampio si rintracciano quattro fasi:
- Studio in autonomia dei contenuti didattici, sotto forma di videolezioni o dispense scritte.
- Attivazione, cioè la proposta di esercizi o compiti da svolgere in autonomia.
- Restituzione, quindi la fase in cui lo studente autovaluta le proprie competenze.
- Debriefing: la conclusione del processo di apprendimento. Questo importante passaggio porta alla consapevolezza dei contenuti acquisiti nel percorso. E, inoltre, al confronto per la risoluzione delle eventuali incertezze.
L’equilibrio tra le fasi deve essere regolato in relazione ai diversi gradi di istruzione e maturità
Per esempio, agli alunni della scuola elementare si può proporre la modalità delle parole a cascata. Grazie a questo sistema, attraverso la creazione di filastrocche, fiabe o brevi racconti, è possibile razionalizzare gli eventi che coinvolgono il bambino, ponendo quindi l’accento sulla fase 2 e 3.
Grazie a questo processo si può alleggerire il carattere alienante della didattica a distanza. E, il bambino, da parte sua può esprimere il proprio punto di vista. Oltre a mantenere uno sguardo riflessivo su se stesso.
Agli studenti più grandi si propone invece una riflessione SWOT
– Strengths: punti di forza.
– Weaknesses: criticità.
– Opportunities: opportunità.
– Threats: rischi.
Si applica a temi di attualità o riflessioni di tipo logico/matematico su dati e statistiche, favorendo quindi le fasi 3 e 4.
Esattamente come a scuola, le richieste devono essere proporzionali alle conoscenze. L’aspetto valutativo dell’apprendimento non si perde, poiché costituisce il fulcro dell’intero sistema. E rappresenta il metro per misurare la preparazione degli studenti.
Gli insegnanti esplicano la propria funzione pedagogica proprio nel momento della prova. Cioè nel momento in cui l’allievo diviene capace di risolvere i problemi e le richieste della materia in modo autonomo.
Tratteremo in modo più preciso questi elementi nei paragrafi successivi.
FOCUS SULLA SITUAZIONE ITALIANA
La validità delle proposte fin’ora presentate non si limita alle situazioni emergenziali. Ma è una grande occasione per evolversi in prassi di modalità pedagogiche innovative.
Dal punto di vista economico, l’Italia è caratterizzata dalla massiccia presenza di piccole e medie imprese, che difficilmente possono guidare l’innovazione. Questo fattore si ripercuote perciò nella capacità del sistema educativo di rimanere al passo con i tempi.
Inoltre, le infrastrutture tecnologiche nazionali non sono all’avanguardia. Soprattutto se prendiamo in considerazione il divario tra i grandi centri del Nord ed il resto del paese.
LA CONNETTIVITA’ PER LE SCUOLE E’ UN PUNTO CRITICO
Attualmente sono raggiunte da una connessione ad almeno 30 Mbps il “23% delle scuole secondarie di secondo grado, l’11,2% delle scuole secondarie di primo grado e il 9% delle scuole primarie. Va sottolineato comunque che tale ampiezza di banda non è in grado di offrire tempi di risposta rapidi, e quindi una D.a.D funzionale”.
Il rapporto AGCOM del 2019 sullo stato delle infrastrutture rete rende noto che, per avere una scuola che si possa definire digitale sono necessari tre fattori fondamentali:
- Connessione ad internet a banda ultra-larga.
- Creazione di una “rete telematica efficiente”.
- Attività di “manutenzione e di aggiornamento in modo che si possa governare l’effetto dell’arretratezza tecnica dell’infrastruttura”.
Tuttavia sarebbe riduttivo valutare la maturità del sistema scolastico digitale solo sulla base di questi tre elementi.
“L’e-maturity di un ecosistema di apprendimento”, spiega il gruppo AgendaDigitale, “dovrebbe tener conto in modo bilanciato degli aspetti infrastrutturali (rete, hardware e software), delle competenze (tecniche, tecnico-didattiche, tecnico-gestionali). E inoltre dell’impatto dell’ICT sia sui processi didattici che su quelli organizzativi e amministrativi, della visione strategica e delle policy che caratterizzano l’ecosistema. Infine, in una visione culturalmente più profonda e avanzata, del benessere di tutti gli attori che partecipano al processo”.
Fare scuola digitale, quindi, non è solo una questione di hardware. Ma è soprattutto una caratteristica culturale.
Vedremo qui sotto come si è mossa l’Italia. E ci concentriamo, nello specifico, nel periodo determinante durante l’emergenza Covid-19.
DIFFICOLTA’ E PROBLEMI CON LA D.a.D.: LA QUESTIONE ETICA
L’educazione è un diritto, che “deve essere indirizzato al pieno sviluppo della personalità ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Quindi è riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
La didattica a distanza può intervenire per preservare la realizzazione di questo diritto quando non è possibile l’apprendimento secondo gli schemi tradizionali. È quindi di fondamentale importanza che il sistema scolastico sia digitalizzato e che i meccanismi che lo compongono siano all’altezza del compito.
Uno dei primi problemi riscontrabili nell’attuazione della didattica a distanza è la mancanza degli strumenti basilari hardware.
MOLTE FAMIGLIE ITALIANE NON HANNO PIU’ DI UN COMPUTER IN CASA
I dati Istat, infatti, sottolineano che moltissime famiglie italiane non hanno più di un computer per nucleo. È incredibile pensare che nel Mezzogiorno, ad esempio, il 41% non ne possiede uno.
Questi risultati fanno emergere il primo scoglio: per fare didattica a distanza servono computer e tablet. E non tutti ne sono dotati.
Le istituzioni e le comunità, richiamate dalle esigenze dell’emergenza Covid-19, si sono perciò presto mosse con iniziative di aiuto e assistenza. Lo scopo era di garantire che tutti potessero essere in grado di usufruire dei dispositivi digitali.
E già qui emergono le prime differenze e discriminazioni.
Una conferma appare dal rapporto delle Nazioni Unite che risale al 2011.
L’accesso ad Internet facilita la realizzazione dei diritti fondamentali dell’uomo. L’incapacità di accedervi, per mancanza di strumenti o di una connessione, la impedisce di conseguenza.
L’UNESCO ha perciò raccomandato agli stati l’introduzione di policy di riduzione del digital divide (divario digitale, cioè la differenza nel possesso degli strumenti tecnologici). E, soprattutto, lo sviluppo di una didattica inclusiva.
Abbiamo già parlato della componente sociale dell’apprendimento all’inizio dell’articolo, e continuiamo ad evidenziarne qui l’importanza.
MANCANZA DI PUNTI DI RIFERIMENTO PER GLI STUDENTI
Ciò che più spaventa maggiormente gli studenti è, sicuramente, l’assenza di punti di riferimento. L’essere lasciati soli o inascoltati nel momento di difficoltà. È quindi fondamentale per l’insegnante coinvolgere lo studente in maniera diretta nel processo educativo, dato che è un prodotto indirizzato a lui. Se questo tipo di contatto non dovesse riuscire, l’intero apparato pedagogico perderebbe di significato.
È anche vero comunque che, attraverso gli strumenti digitali, può venire a mancare la componente emozionale della comunicazione. E perciò l’essenza stessa dell’insegnamento come attività. La comunicazione scritta, che spesso necessariamente sostituisce l’interazione in diretta via video, può apparire fredda e distaccata. E allontanare così le risorse di attenzione dello studente.
È perciò importantissimo mantenere vivo il canale del feedback, restituendo anche negativamente le proposte da ciascuna delle parti.
IL CASO DELLA DISABILITA’
Andiamo a esaminare un’altra casistica da non trascurare.
Alcuni studenti, anche se in possesso dei dispositivi essenziali per la D.a.D, possono non essere in grado di usufruire dell’apprendimento a causa di disabilità fisiche o mentali. Se a scuola possono fisicamente essere assistiti da insegnanti specializzati e, quindi, seguire un percorso personalizzato e calibrato, può risultare difficile fare altrettanto a distanza.
Diventa quindi indispensabile coinvolgere le famiglie e gli studenti che, in questo frangente, non si limitano solo a un ruolo di appoggio all’apprendimento. Devono invece farsi carico della sua componente umana e relazionale.
I TRE VANTAGGI FONDAMENTALI DELLA DIDATTICA A DISTANZA
La formazione a distanza di terza generazione permette di superare gli ostacoli di spazio e tempo, permettendo tre essenziali vantaggi che abbiamo già evidenziato:
- Fruizione libera dei contenuti, secondo tempi e luoghi personali.
- Massima personalizzazione del percorso educativo.
- Feedback continuo bilaterale.
Tuttavia, non tutti gli studenti possiedono capacità efficaci di time-management e di organizzazione della produttività. Può quindi risultare molto difficile per alcuni disporre di grandi quantità di contenuti in tempi brevi o lunghi. In questo caso l’esito delle valutazioni può risultare negativo.
Inoltre, si dà per scontato che tutti gli studenti possiedano capacità di relazione efficienti con gli altri studenti. E siano perciò in grado di lavorare in gruppo, cosa che non sempre è vera.
Provvedere alla realizzazione di lezioni con le diverse metodologie esistenti presentate all’inizio richiede una formazione specifica per gli insegnanti. Ed è un tipo di formazione che si è rivelata impattante in termini di costi e di tempo.
Non è solo rivolta alla prospettiva tecnico-metodologica. Perché, come già visto, la didattica a distanza non ripropone le stesse modalità impiegate nella didattica dal vivo.
È quindi necessario implementare strumenti pedagogici nuovi, come:
- Flipped education: ossia una modalità pedagogica che coinvolge attivamente gli studenti per meglio adattarsi alle diverse esigenze e difficoltà delle classi.
- EAS, o Episodi di Apprendimento Situato, la modalità già presentata sull’operatività della lezione online.
Risulta piuttosto chiaro, a questo punto, che la formazione a distanza non si può improvvisare. Deve piuttosto essere strutturata con metodo.
COME AVVIENE LA VALUTAZIONE NELLA FORMAZIONE A DISTANZA?
Approfondiamo per ultima la questione della valutazione.
La didattica a distanza rende impossibile attuare la verifica delle conoscenze secondo le modalità consuete. Il motivo risiede nel fatto che viene a mancare il controllo diretto da parte dell’insegnante.
È possibile regolare le esperienze di valutazione in relazione agli strumenti utilizzati. Così si favoriscono modalità come il colloquio orale via video o i questionari a risposta chiusa.
Tuttavia, è impossibile valutare la sicurezza dei sistemi di controllo, rendendo di fatto poco attendibili i risultati. Nulla impedisce agli studenti, infatti, di copiare o di utilizzare stratagemmi per falsare le risposte.
Il problema rimane tutt’ora aperto, e richiederà forse di ripensare totalmente i termini della valutazione. Quest’ultima, infatti, non più attuabile come uno strumento negativo di indagine, ma come un metro positivo di responsabilità.
CONCLUSIONI
Concludiamo, infine, con una raccolta di suggerimenti e consigli per gli insegnanti e gli studenti, otto pillole per vivere al meglio l’esperienza di apprendimento a distanza.
4 CONSIGLI PER GLI INSEGNANTI…
- Gamification: e cioè “rendete giocoso” il compito, alleggerite le lezioni attraverso l’utilizzo di meccanismi di progresso-ricompensa. Questo metodo è indicato soprattutto per la scuola elementare.
- Preservate il vostro ruolo di guida: un’insegnante è maestro, cioè, dall’etimologia, “il più grande”. Non solo diffonde contenuti, ma fornisce anche un modo per interpretarli. Perciò non limitatevi alle lezioni, cercate anche il confronto con gli allievi.
- Coniugate esigenze didattiche ed esigenze umane
- Nessuno studente merita di essere lasciato indietro: tutti hanno lo stesso diritto all’istruzione, e tutti perciò meritano il meglio di voi.
…E 4 CONSIGLI PER GLI STUDENTI
- Coltivate lo studio individuale: in questo sta la chiave che sblocca il meccanismo dell’apprendimento. E ancora di più se questo avviene a distanza, poiché maggiore è la vostra responsabilità.
- Time management: cercate di individuare il metodo più efficiente per gestire più informazioni possibili nel minor tempo possibile.Di fondamentale importanza è una programmazione giornaliera attenta e scrupolosa dei compiti e delle attività.
- Mantenete vivi i rapporti con i compagni: purtroppo è facile perdere il contatto con i propri colleghi di studio. Soprattutto se viene a mancare l’occasione di incontro quotidiano della scuola. Cercate di rinnovare questi rapporti perché aiuta a sviluppare il lavoro di gruppo e la collaborazione.
- Siate responsabili, diligenti e corretti: la vostra educazione è anzitutto una vostra responsabilità.
Investite il più possibile in ciò che vi viene dato dalla scuola, perché si tratta di un bene estremamente prezioso.

Ciao, sono Daniel de Mari, imprenditore ed investitore immobiliare.
Fondo un’azienda, la rendo autonoma, fondo la prossima.
Ho creato questo blog per parlare della mia grande passione (ed ossessione): fare impresa.